S. Marcellino prete e martire Patrono di Lausdomini
Vita | Persecuzione | Elogio | Passio &Artemio | Morte |
Giovanissimo prete si recò a Roma nell’era dei Martiri (295-305) ove per la sua fervente predicazione fu fatto imprigionare dal Prefetto Sereno. In carcere s. Marcellino si unì con s. Pietro l’esorcista ed insieme seguitarono più che mai ferventi a confortare alla nuova fede numerosi cristiani e vi convertivano gli stessi carcerieri. S. Marcellino rifiuta di bruciare i piccoli grani d’incenso di fronte alla statua dell’imperatore, ma obietta che proprio chi crede in Gesù cristo è prosciolto da ogni colpa. Allora la legge romana esplica i suoi rigori: Marcellino e Pietro sono percossi, anzi il sacerdote sarà rinchiuso nudo in un carcere oscuro, il cui pavimento sarà cosparso di vetri tagliuzzati. Ma dopo che anche il carceriere e la sua famiglia sono stati processati e lapidati sulla via Aurelia, Sereno ordina che i due siano condotti di notte nella Silva Nigra, così detta per l’intrico del suo fogliame. È là furono decollati, il genere di morte riservato ai martiri di nobile condizione; ma prima i due vollero con le loro stesse mani liberare il terreno dalle spine, pi, scambiatisi il bacio di pace porsero il collo al carnefice, e pregando morirono. Le reliquie dei martiri furono traslate in Germania a Seligenstadt, e poi con Breve Apostolico a Monteodorisio.
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