27 dicembre 2015 - SANTA FAMIGLIA
1Sam 1,20-22.24-28 / 1Gv 3,1-2.21-24 / Lc 2,41-52

Gesù cresceva in sapienza, età e grazia (Lc 2,52)

Nella festa della Santa Famiglia di Nazaret ci viene presentato dal vangelo l’episodio di Gesù dodicenne smarrito e ritrovato nel tempio. Esso conclude il vangelo lucano dell’infanzia e apre al racconto della vita pubblica di Gesù. In questo episodio c’è un velato accenno al mistero pasquale prefigurato nei tre giorni di ricerca angosciata da parte di Maria e di Giuseppe.
Il testo che ascoltiamo ci aiuta fin da subito a conoscere chi è Gesù; questa conoscenza raggiunge il culmine nella risposta di Gesù ai genitori: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Gesù, ormai ragazzo, sale a Gerusalemme con Maria e Giuseppe per la festa di Pasqua: è un pellegrinaggio fatto obbedendo ai dettami della parola di Dio (Es 23, 14-17).
Intravediamo in questo episodio, con la risposta finale, l’immagine di una famiglia come culla in cui ha potuto prendere forma una disponibilità del figlio ad accogliere la chiamata di Dio a lui rivolta. Anche le nostre famiglie possono essere luoghi in cui ogni componente viene aiutato a realizzare la propria vita come risposta alle proposte del Signore.
L’episodio evangelico termina con il ritorno di Gesù a Nazaret: quasi un paradosso per Chi aveva rivendicato libertà di cercare con tutto se stesso il Padre. Gesù sceglie la vita quotidiana nella sottomissione ai suoi genitori. L’obbedienza vissuta a Nazaret è il banco di prova per imparare quell’obbedienza a Dio che diventerà dono totale di sé. È questo che contribuisce a far sì che Gesù cresca in sapienza, età e grazia, davanti a Dio e agli uomini, cioè dono a Dio e agli uomini

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