salvezza

  

 



 

19 DICEMBRE 2021 –
4A DOMENICA DI AVVENTO
Mi 5,1-4° / Eb 10,5-10 / Lc 1,39-45

BENEDETTA TU FRA LE DONNE E BENEDETTO
IL FRUTTO DEL TUO GREMBO (Lc 1426)

 

Il grido con cui Elisabetta accoglie Maria “benedetta tu fra le donne”, è riconoscimento della presenza attiva di Dio nella storia umana. Solo la fede è capace di leggere negli eventi della storia le “meravigliose opere di Dio”, con cui Egli continua ad operare la sua salvezza in mezzo a noi.
Maria è figura del credente che non esige, ma si affida a Dio; non pretende per sé, ma fa dono di se stessa al Signore, fidandosi della sua parola. Per questo, ormai vicini al Natale, la liturgia ci ricorda che l’Avvento è un tempo propizio per riscoprire la centralità della Parola nell’incontro con Dio.
Luca non ci racconta le parole del saluto di Maria ad Elisabetta: lei infatti portava in grembo la Parola fatta carne. Ci fa conoscere invece le parole di Elisabetta a Maria. La presenza dello Spirito Santo in Elisabetta non genera vita, ma apre all’accoglienza della novità di Dio: il suo grido echeggia l’acclamazione degli Israeliti all’ingresso dell’arca dell’alleanza in Gerusalemme, segno della presenza del Signore in mezzo al suo popolo. Elisabetta riconosce in Maria i segni della benedizione divina che l’ha resa “madre del Signore”: attraverso di lei Dio visita il suo popolo.
Vorrei cantare la mia fede con Elisabetta che sa benedire, con Maria che sa credere, con Giovanni che sa danzare, con Gesù che rende visibile ed efficace l’amore infinito e universale del Padre. Maria è benedetta perché si muove nell’amore e portando l’amore. Ha fretta di vedere il segno che l’angelo le ha offerto, ha fretta di portare il suo aiuto ad una donna anziana ormai prossima al parto; ha fretta di portare anch’essa un annuncio di gioia, perché porta in sé Gesù.

CONSOLARE
Nella lista delle persone alle quali mando gli auguri di Natale, trovo il nome di una mia parente che non frequento da almeno dieci anni. Decido di telefonarle. Felicemente sorpresa, si attarda poi a raccontarmi delle sue vicende familiari.
Mentre ci scambiamo notizie, accenno a come cerco di affrontare le divere situazioni confidando in Dio, al quale “nulla è impossibile”. Sento che le fa tesoro di quanto le dico. Quando le prometto di mandarle il commento mensile alla Parola di vita, mi fa: “Ma tu credi che Lui ci darà un po’ di pace e di serenità?”. Ed io: “Certo, se gliela chiediamo”.
La lascio più tranquilla. In me la gioia di aver consolato Gesù che soffriva in lei. (Monica – Svizzera)

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