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Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini (Mc 1,17)

Il brano evangelico di questa domenica, terza del tempo ordinario, si compone di un sommario, che descrive sinteticamente gli inizi della predicazione di Gesù, e della narrazione della duplice chiamata dei primi quattro discepoli. Gesù, vede e chiama a seguirlo. Pietro e Andrea lasciano le reti: è un lasciare immediato, irriflesso, irreversibile. Lo stesso fanno Giacomo e Giovanni, i quali, nel seguire Gesù, sembrano quasi contravvenire ad ogni norma di pietà filiale.
Marco vuole farci intuire che la venuta del Regno in Gesù provoca davvero una trasformazione nei modi di pensare e di intendere qualsiasi rapporto: seguire il Maestro, che sorprende sempre e chiama ad avventure impossibili. Certo Lui precede, guida e sostiene. È un incontro normale, ma coinvolgente. Gesù chiama e loro decidono di accettare la sua chiamata, senza stare troppo a pensarci.
Questa pagina evangelica suscita sempre una grande emozione, perché ci fa ricordare e rivivere il momento del nostro primo incontro vivo con Lui, della nostra decisione per una vita con Lui, segnata dalla sua presenza, guidata dalla sua Parola, dalla condivisione della sua esistenza e della sua missione. Quel giorno abbiamo iniziato veramente ad essere cristiani, ad essere di Cristo.
La chiamata dei primi discepoli accende in noi la memoria del momento in cui ci siamo sentiti chiamati per nome e siamo approdati consapevolmente alla fede. Non che prima fossimo chissà che cosa; forse eravamo cresciuti in un ambiente tradizionalmente cristiano. Ma quel giorno ha cambiato tutto: ci siamo sentiti guardati, amati e chiamati. E abbiamo risposto: in quel giorno è come se si fosse accesa in noi una luce. Ringraziamo e teniamo accesa quella luce e riascoltiamo dentro di noi quella chiamata.

DOPO L’ “ERA GLACIALE”

La Parola di vita mi aiuta ad amare in modo concreto, sia in famiglia che fuori. Per esempio, mi ha spinta a decorare, nel io condominio dove non mancano tensioni, il pianerottolo di una signora che compiva 80 anni. Ho cercato però di coinvolgere anche una vicina, perché non risultasse solo un regalo mio.
All’allestimento delle decorazioni, fatte durante la notte per risultare una sorpresa, ha contribuito anche un’altra che aveva sempre evitato ogni contatto. È stata lei anzi a provvedere ai palloncini e a offrire il giorno dopo alla festeggiata un mazzo di fiori.
Così, dopo una lunga “era glaciale”, nel condominio s’è creata un’atmosfera molto più serena.
Monika - Svizzera

 

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