Venite e vedrete (Gv 1,39)
Nella prospettiva cristiana la vita è intesa come una chiamata a realizzare noi stessi attraverso una relazione con Dio, datore di ogni bene. Cerchiamo di vivere realizzando quel progetto che Dio ha su di noi: ai suoi occhi siamo unici ed egli ci conduce alla pienezza del nostro essere con la nostra collaborazione. Per questo diventa importante l’ascolto della sua Parola. E, l’abbiamo da poco celebrato nel Natale, questa Parola si è fatta carne nella persona di Gesù. È Lui allora che per noi diventa la strada per scoprire la nostra personale vocazione e anche per rispondervi in maniera positiva. Compito del cristiano è quello di cercare Gesù per seguirlo.
Il vangelo di questa domenica ci racconta le prime esperienze dei discepoli e sottolinea il loro “fermarsi presso di lui”. Tutto inizia da Giovanni Battista: vedendo Gesù, lo indica a due suoi discepoli. Essi si mettono in cammino e vanno dietro a Gesù, il quale si volta e rivolge loro una domanda, simile a quella che rivolgerà alla Maddalena il giorno della resurrezione: “Che cosa cercate?”. Riconoscendolo come Maestro, i discepoli si dichiarano pronti a seguirlo. E poi gli rivolgono una richiesta apparentemente slegata alla domanda di Gesù: “Dove dimori?”. Noi credenti sappiamo che Gesù “dimora” nella Trinità e che egli è la “via” per arrivare all’incontro con il Padre. E Gesù li invita: “Venite e vedrete”.
Noi possiamo immaginare che insieme con Gesù quei due hanno fatto un’esperienza formidabile di Dio, del suo amore. E quella li trasforma. Certamente anche noi abbiamo “incontrato” l’amore di Dio, di un Dio che ci ama infinitamente, di un Dio che “sogna” (come fanno tutti i papà e le mamme per i figli) per noi la possibilità di diventare capolavori. Facciamo bene la nostra parte!
FINANZIERE
In quanto sottoufficiale della guardia di Finanza in un piccolo paese della mia regione, mi capita spesso di dover comminare sanzioni amministrative anche pesanti a persone semplici che per leggerezza hanno infranto le normative vigenti. Un tempo spiegavo loro a grandi linee l’errore commesso e la necessità di pagare.
Da quando però attingo dalla Parola del Vangelo il riferimento per aver un giusto comportamento al servizio del prossimo, cerco di immedesimarmi nella persona che ho davanti, spiegando in dettaglio ciò che ha provocato quelle sanzioni a suo carico. I miei colleghi ormai mi dicono che i miei appuntamenti per le verbalizzazioni si sa quando iniziano ma non quando finiscono.
È molto gratificante, alla fine, pur avendo fatto comunque il mio dovere, sentirmi dire grazie da quella persona. Non solo: forse proprio per questa mia disponibilità all’ascolto, a volte c’è chi finisce per confidare a me, uno sconosciuto che forse non incontrerà più in vita sua, situazioni personali dolorose che mi lasciano senza parole.
Giuseppe - Italia
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