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Io vi battezzo con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo (Mc 1,8)

Gesù viene proclamato “Figlio prediletto” e in questa “rivelazione” si manifesta anche il senso del nostro personale battesimo: siamo stati resi figli nel Figlio, figli amati da un Amore unico e infinito. Quell’amore che si è fatto vicino e visibile in Gesù a Natale. Dopo il tempo di Natale la liturgia offre al nostro ascolto il vangelo di Marco, che ci accompagnerà, salvo poche eccezioni, per tutto quest’anno liturgico.

Il passo che ci viene presentato in questa domenica fa seguito alla descrizione del personaggio di Giovanni Battista, che abbiamo incontrato nella seconda domenica di Avvento. Giovanni indica una venuta imminente e straordinaria: “viene uno” nei cui confronti si manifesta la grandezza del precursore: la libertà di annunciare con forza che Egli, Gesù, è “più forte” di lui. Marco, in tutto il suo vangelo, è molto sensibile a questa forza che abita Gesù e che irrompe vittoriosamente nella storia. Questo è ciò che determina la differenza tra i due battesimi: quello di Giovanni e quello di Gesù.  Giovanni dirà: “Io vi battezzo con acqua”; ma di Gesù dirà “Egli vi battezzerà in Spirito Santo”.

È bello pensare al nostro battesimo in cui abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo e da quel momento siamo abitati dallo Spirito. Siamo diventati dimora dello Spirito. Sappiamo, per esperienza, che una casa disabitata lascia sorpresi: ogni casa infatti è costruita per essere abitata. Così anche noi: fatti per essere abitati dalla Vita stessa, dall’Amore di Dio. E se siamo nati da Dio si vince il mondo e la fede, la nostra, è la vittoria che sconfigge il mondo. Chiediamo al Signore di vivere con dignità, con passione, con entusiasmo la nostra condizione di essere “tempio” dello Spirito Santo.

CONTROCORRENTE

Vivere il Vangelo comporta anche scelte controcorrente. Come quando cerco di mantenermi ferma in ciò che credo senza farmi prendere dal secolarismo che investe la mia Università.

Spesso la religione è argomento di discussione. Non si tratta però di convertirli e neppure di difendere la mia fede come la migliore, ma cerco di spiegare ciò in cui credo, imparando anche a rispettare la fede degli altri.

In certi momenti mi trovo a dire di no quando mi invitano ad andare fuori la notte a bere fino ad ubriacarsi. E ogni volta si fa più chiaro in me che questo modo di vivere è ciò che voglio dalla mia vita.

Kim - Filippine

 

 

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