10 giugno 2018 - 10ª domenica t. ord.
Genesi 3,9-15 / 2Corinzi 4,13 - 5,1 / Marco 3,20,35

 

Chi fa la volontà di Dio, costui è per me fratello, sorella e madre (Mc 3,35)


Dei messaggeri annunciano a Gesù che fuori ci sono sua madre e i suoi cugini. Essi non riescono a raggiungerlo a causa della folla assiepata attorno a Gesù, desiderosa di ascoltare la sua parola. La prima reazione di Gesù è quella di chiedere chi sono i suoi familiari, e lo fa in maniera sconcertante; non per insensibilità o per disprezzo dei vincoli familiari, ma soltanto per appartenere completamente a Dio. In questo modo Gesù ci aiuta a capire cosa significa essere la sua comunità. Madre a fratelli di Gesù sono quelli riuniti attorno a Lui, perché ascoltano e mettono in pratica le sue parole.
Vivere la parola ti permette di “fare” la volontà di Dio. Il compimento della volontà di Dio è il criterio di appartenenza alla famiglia di Gesù, alla sua comunità. Fare la volontà di Dio: qui sta la nostra grandezza e la nostra grande possibilità. Quella volontà di Dio che scopriamo nell’ascolto della sua parola, nelle vicende quotidiane, nelle leggi dello stato, nei doveri che nascono dal mio stato di vita (se sono papà, mamma, uno studente, un operaio, un impiegato, un datore di lavoro…), nella voce della coscienza. La beata Chiara Luce Badano diceva in una sua preghiera a tu per tu con Dio: Se lo vuoi tu, lo voglio anch’io. Questo ci permette di essere familiari di Dio.

DIO AL PRIMO POSTO

Dovevo fare un importante esame all’università, senza aver frequentato il corso. Speravo così di poter finire tutto più velocemente. Ho studiato moltissimo, approfittando di ogni momento libero della giornata. Preso dall’ansia di prepararmi bene, molte volte ho scelto di non pregare o di non parlare con gli altri. Alla fine, però, non è andato come prevedevo. E questo mi ha fatto arrabbiare molto.
Passato il primo impatto, mi è venuta in mente la parola: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze” (Dt 6,5). E così ho capito che, invece di mettere Dio al primo posto, vi avevo messo l’esame. Adesso sto frequentando il corso che avevo voluto saltare. Così cerco di fare serenamente la volontà di Dio e ho anche l’occasione di amare i fratelli, visto che la professoressa mi ha chiesto di aiutare i compagni che fanno più fatica.
A.A – Brasile

 

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