27 novembre 2016 - 1ª AVVENTO Is 2,1-5 / Rm 13,11-14a / Mt 24,37-44
Gesù ha dato inizio ad una nuova era, definitiva quanto alle linee maestre (la carità, la libertà...), al cui perfezionamento siamo invitati noi discepoli. La nostra fede assume così un indirizzo concreto e responsabile. La sua venuta è una liberazione: dai vari problemi del come, del quando, del perché. Da una parte ci sospinge alla fiducia nella potenza dell’amore di Dio; dall’altra ci insegna a vivere come se il Regno fosse già arrivato. Per questo l’invito: “Vegliate!”. A dirci: tutto quello che fai, fallo in modo saggio. Vivi l’attimo presente con intensità e perfezione.
Diceva il martire Frère Christian de Chergé: “So di non avere altro che questo piccolo giorno di oggi da donare a Colui che mi chiama per tutti i giorni; ma come dirgli sì per tutti i giorni se non gli dono questo piccolo giorno qui... Dio ha mille anni per fare un giorno, io ho solo un giorno per fare qualcosa di eterno: oggi!”. Per questo è necessario vegliare e sappiamo che veglia chi ama, chi è nell’amore. Se chi sta per arrivare è la persona che più amiamo allora è una gioia operosa l’attesa. Viviamo questo tempo di avvento nell’amore: a Dio e al fratello che Dio ci mette accanto.
UNA TRADUZIONE
Dovevo finire, entro la serata, la traduzione di un intervento per un congresso, quando un amico mi telefonò per dirmi che aveva urgenza di essere aiutato a tradurre una lettera. Siccome era stato appena assunto, far bene quel lavoro era importante per lui. Gli assicurai il mio aiuto. Senonché, una volta ricevuta la lettera, mi accorsi che certi termini tecnici risultavano difficili anche per me, che non ero del settore. Solo con l’aiuto di Internet e varie telefonate a specialisti riuscii a portare a termine la traduzione, anche se a spese del mio lavoro, ma ero sereno per aver aiutato l’amico. A questo punto telefonai alla società che mi aveva affidato il lavoro per spiegare che avrei mandato la traduzione la mattina seguente, pensando di lavorare tutta la notte. La risposta: “Puoi dormire tranquillo. Quell’intervento è stato spostato”.
T. M. – Slovacchia
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