19 luglio 2015 - 16a domenica t. ord.
Ger 23,1-6 / Ef 2,13-18 / Gv 6,1-15
I discepoli si erano dispersi in giro per i villaggi della Galilea; ora si raccolgono nuovamente intorno a Gesù. Egli è la fonte della loro missione; è Lui il mandante che ha loro affidato la continuazione della sua missione. Ed essi fanno un buon tirocinio. Ma è ancora il tempo della formazione: perciò è necessario che i discepoli stiano con Gesù, perché questo è il primo fine per cui li ha chiamati.
È bello vedere gli apostoli che ritornano da Gesù e raccontano le loro prime esperienze di missionari. Dal racconto si intuisce che sono contenti ed entusiasti di come sono andate le cose. Gesù, uomo cordiale e sensibile, propone loro un momento di tranquillità e di riposo; li invita a ritirarsi “presso se stessi”, nella propria interiorità. Il luogo “deserto” può aiutare a ritrovare la quiete e la giusta relazione con sé e il Signore stesso. Hanno bisogno di riposo a causa del lavoro che hanno svolto, ma soprattutto hanno bisogno di ritrovare l'equilibrio della loro persona e delle loro relazioni. Gesù, attento osservatore degli altri, percepisce che i suoi amici hanno bisogno di questo tempo “ricreativo”.
Quante volte anche per noi c'è la necessità del riposo e della solitudine per non lasciarci dominare dalle attività, dimenticando la vita interiore e tralasciando la relazione profonda e vitale con la sorgente, che è Dio Padre. Lo “stare con Gesù” è pur sempre il valore fondamentale e ciò che dà senso pieno alla vita. Proviamo in questa settimana “ritornare” spesso dal Signore Gesù per fa partire da Lui ogni nostra azione per poi ridonarla a Lui.
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